Contributo delle industrie ad alta intensità di diritti di proprietà intellettuale nell’Unione europea

L’EUIPO, tramite l’Osservatorio europeo sulle violazioni dei diritti di proprietà intellettuale e con partner tra cui l’Ufficio comunitario delle varietà vegetali e l’Ufficio europeo dei brevetti, ha condotto diversi studi a livello dell’UE sul contributo dei diritti di proprietà intellettuale (DPI) all’economia dell’UE.

Questi studi sono finalizzati a fornire prove a supporto dell’elaborazione delle politiche e costituiscono una base per sensibilizzare i cittadini europei al valore della proprietà intellettuale.

 

 

Studi più recente

Industrie ampiamente basate sui diritti di proprietà intellettuale e performance economica nell’Unione europea
Data di pubblicazione: ottobre 2022

 

Questo studio mira a fornire una valutazione aggiornata del contributo combinato delle industrie che fanno un uso intensivo di vari tipi di diritti di proprietà intellettuale (DPI) all’economia dell’UE nel suo complesso e alle economie dei singoli paesi europei.Vengono inoltre analizzati gli scambi tra gli Stati membri dell’UE e i settori che utilizzano ecotecnologie e realizzano prodotti e servizi ecocompatibili.

 

Impatto della privativa comunitaria per ritrovati vegetali sull’economia e sull’ambiente dell’UE
Data di pubblicazione: aprile 2022

 

Questo studio quantifica il contributo economico della privativa comunitaria per ritrovati vegetali (CPVR) nell’Unione europea. Pur presentando aspetti analoghi agli studi dell’EUIPO sul contributo economico degli altri diritti di PI, si incentra su aspetti specifici dell’agricoltura e dell’orticoltura, come il contributo della privativa per ritrovati vegetali alla competitività globale dei produttori agricoli dell’UE. Oltre al contributo economico, lo studio quantifica anche i benefici per l’ambiente e la sostenibilità derivanti dal sistema della CPVR.

 

Industrie ad alta intensità di diritti di proprietà intellettuale (DPI) e performance economica nei paesi dell’America latina
Data di pubblicazione: gennaio 2022

 

Questo documento presenta un confronto dei risultati di cinque studi «IP Key» e degli uffici di PI nei paesi dell’America latina (Messico, Perù, Argentina, Cile e Uruguay).
 

 

I diritti di proprietà intellettuale e la performance delle imprese nell’Unione europea
Data di pubblicazione: febbraio 2021

 

Questo studio confronta la performance economica delle imprese titolari di DPI con quella delle imprese che non lo sono. I diritti di PI considerati in questo studio sono brevetti, marchi, disegni e modelli (diritti sia europei sia nazionali).
 

 

 

Imprese a forte crescita e diritti di proprietà intellettuale: il profilo dei DPI nelle PMI ad alto potenziale in Europa
Data di pubblicazione: maggio 2019

 

Il presente studio si basa su una ricca serie di dati, che collega informazioni demografiche sulle PMI europee nel comparto manifatturiero dal 2005 al 2010 con dati archiviati nei registri nazionali ed europei dei brevetti, dei marchi e dei diritti legati ai disegni e modelli industriali.

 

 

Impatto della privativa comunitaria per ritrovati vegetali sull’economia e sull’ambiente dell’UE

Per contribuire al raggiungimento degli obiettivi del Green Deal europeo, nei prossimi anni le emissioni di CO2 provenienti dall’agricoltura dovranno essere ridotte. Altre considerazioni ambientali richiedono un uso meno intensivo di pesticidi, fertilizzanti e altre sostanze chimiche, mantenendo e aumentando nel contempo la produzione alimentare per far fronte alla domanda dei mercati europei e globali. Questa sfida multiforme può essere affrontata soltanto creando nuove varietà di colture che utilizzino meno risorse, migliorino la produttività dell’agricoltura europea

e siano anche in grado di far fronte al cambiamento climatico già in corso. È pertanto necessaria una grande innovazione nella selezione di varietà vegetali. Tale innovazione è sostenuta dalla privativa comunitaria per ritrovati vegetali (CPVR) a livello dell’UE, gestita dall’Ufficio comunitario delle varietà vegetali (UCVV). Questa relazione, una pubblicazione congiunta dell’EUIPO e dell’UCVV, evidenzia i grandi contributi apportati dalla CPVR all’economia e all’ambiente negli ultimi 25 anni, sostenendo così gli obiettivi economici e ambientali dell’UE.

 

Risultati principali

  • In assenza della CPVR, nel 2020 le produzioni di seminativi, frutta, ortaggi e piante ornamentali sarebbero state inferiori, rispettivamente, del 6,4, del 2,6, del 4,7 e del 15,1 % nell’UE.
  • Senza la produzione aggiuntiva attribuibile alle colture protette dalla CPVR, la posizione commerciale dell’UE rispetto al resto del mondo peggiorerebbe (per alcune colture l’UE da esportatore netto potrebbe addirittura diventare importatore netto) e i consumatori dell’UE si troverebbero ad affrontare prezzi alimentari più elevati.
  • Le emissioni annuali di gas a effetto serra derivanti dall’agricoltura e dall’orticoltura sono ridotte di 62 milioni di tonnellate all’anno. Ciò corrisponde all’impronta totale in termini di gas serra di Ungheria, Irlanda o Portogallo.
  • Molte delle aziende che proteggono le loro innovazioni con CPVR sono piccole e medie imprese (PMI). Queste aziende di modeste dimensioni rappresentano oltre il 90 % dei dichiaranti di CPVR e detengono il 60 % di tutte le CPVR attualmente in vigore.
 

 

Risorse: Impatto della privativa comunitaria per ritrovati vegetali sull’economia e sull’ambiente dell’UE
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Industrie ad alta intensità di diritti di proprietà intellettuale (DPI) e performance economica nei paesi dell’America latina

Questo documento presenta un confronto dei risultati di cinque studi «IP Key» e degli uffici di PI nei paesi dell’America latina (Messico, Perù, Argentina, Cile e Uruguay). Questi studi, seguendo una metodologia simile per misurare il contributo delle industrie ad alta intensità di DPI con modalità analoga agli studi dell’EUIPO/UEB e dell’USPTO, valutano il contributo combinato alle economie di questi paesi dell’America latina da parte di industrie ampiamente basate su vari tipi di diritti di proprietà intellettuale. Lo studio conferma i vantaggi economici derivanti da marchi, disegni e modelli, brevetti e diritti d’autore.

Risultati principali

  • Il contributo delle industrie messicane ad alta intensità di disegni e modelli al PIL (19,2 %) e alle esportazioni (56,3 %) è il più elevato dei cinque paesi, in primis per la produzione di veicoli a motore e relativi componenti.
  • L’Argentina vanta il contributo maggiore delle industrie ad alta intensità di diritti d’autore in termini di PIL e di occupazione (rispettivamente 15,3 % e 10 %).
  • Il contributo del settore minerario al PIL e alle esportazioni del Perù e del Cile è molto rilevante. Queste industrie sono ad alta intensità di marchi e brevetti in Perù, ma in Cile sono solo ad alta intensità di marchi. Ciò si spiega con la diversa selezione delle industrie ampiamente basate sui brevetti in Perù, comprendendo tutte le domande indipendentemente dallo status di residenza.
  • L’Uruguay presenta il minor contributo delle industrie ad alta intensità di DPI alle esportazioni di prodotti (44 %).

 

Fonte: Industrie ad alta intensità di diritti di proprietà intellettuale (DPI) e performance economica nei paesi dell’America latina
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Diritti di proprietà intellettuale e performance delle imprese in Europa: un’analisi economica

Questo studio confronta la performance economica delle imprese titolari di DPI con quella delle imprese che non lo sono. I diritti di PI considerati in questo studio sono brevetti, marchi, disegni e modelli (diritti sia europei sia nazionali).

Risultati principali

  • Le imprese titolari di DPI conseguono un fatturato per dipendente del 20 % superiore rispetto alle imprese che non ne detengono.
  • Correggendo i fattori pertinenti quali il settore, le dimensioni dell’impresa e il paese, l’incremento di fatturato sale al 55 % e anche oltre per le PMI.
  • Le imprese titolari di DPI corrispondono retribuzioni che sono in media del 19 % più elevate rispetto a quelle versate dalle imprese che ne detengono.
  • Circa il 60 % delle grandi imprese è titolare di DPI.
  • Sebbene meno del 9 % delle piccole imprese possieda DPI, le imprese che sono titolari di tali diritti ottengono il 68 % in più di entrate per dipendente rispetto alle altre.

Come è stato condotto lo studio a livello delle imprese?

I DPI considerati nello studio sono brevetti, marchi, disegni e modelli (oltre a tutte le combinazioni dei tre). Lo studio considera i DPI sia europei sia nazionali, migliorando così notevolmente i dati disponibili, e fornisce una visione completa del portafoglio di DPI (sia europei sia nazionali) di ciascuna impresa.

I dati relativi al portafoglio di DPI di ogni impresa sono stati confrontati con le informazioni di ORBIS, una banca dati commerciale. Quest’ultima fornisce informazioni finanziarie e di altra natura su milioni di imprese europee, raccolte dai depositi e dai prospetti contabili presentati dalle imprese presso i registri delle imprese di tutti gli Stati membri dell’UE. Lo studio è stato condotto in collaborazione con l’Ufficio europeo dei brevetti. Rispetto allo studio del 2015, sono stati apportati importanti miglioramenti in termini metodologici; inoltre, mentre il primo studio si basava sui dati relativi a 12 Stati membri, la nuova edizione comprende dati su tutti i 27 Stati membri e sul Regno Unito.

 

Risorse: I diritti di proprietà intellettuale e la performance delle imprese nell’Unione europea
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Industrie ad alta intensità di diritti di proprietà intellettuale e performance economica nell’Unione europea (2022)

Questo studio è l’ultimo aggiornamento di una serie di studi sulla valutazione del contributo complessivo alle economie dell’UE apportato dalle industrie che fanno un uso intensivo dei diversi tipi di diritti di proprietà intellettuale (DPI). Lo studio conferma i vantaggi economici che marchi, disegni e modelli, brevetti, diritti d’autore, indicazioni geografiche (IG) e le privative per ritrovati vegetali comportano per l’Europa.

Risultati principali:

  • le industrie ad alta intensità di DPI hanno generato il 29,7 % (61 milioni) di tutti i posti di lavoro nell’UE nel periodo 2017-2019;
  • il 39,4 % di tutti i posti di lavoro nell’UE (81 milioni) può essere attribuito, direttamente e indirettamente, alle industrie ad alta intensità di DPI;
  • il 47 % dell’attività economica complessiva (PIL) nell’UE è ascrivibile alle industrie ad alta intensità di DPI, per un valore di 6 400 miliardi di EUR;
  • il contributo dei settori ad alta intensità di DPI all’occupazione e all’attività economica è aumentato rispetto a quanto rilevato nel precedente studio del 2019;
  • le industrie ad alta intensità di DPI corrispondono retribuzioni notevolmente più elevate rispetto alle altre, con un premio salariale pari al 41 %;
  • le industrie ad alta intensità di DPI hanno rappresentato la quota maggiore del commercio tra l’UE e il resto del mondo e generato un avanzo commerciale, contribuendo così a mantenere la bilancia commerciale estera dell’UE in avanzo;
  • le industrie ad alta intensità di DPI rappresentano inoltre la maggior parte del commercio tra gli Stati membri dell’UE; tale commercio intra-UE supera le esportazioni dell’UE verso il resto del mondo;
  • le industrie impegnate nella mitigazione dei cambiamenti climatici e nella commercializzazione di prodotti e servizi correlati alla sostenibilità e alla protezione ambientale svolgono un ruolo importante nell’economia dell’UE.
 

Come è stato condotto lo studio a livello delle industrie?

Per poter garantire la comparabilità tra i quattro studi pubblicati finora è stata applicata la stessa metodologia utilizzata in precedenza. Tuttavia, sono stati apportati diversi miglioramenti per quanto riguarda i dati che stanno alla base dello studio e la metodologia dello stesso. In particolare, l’esercizio di confronto utilizzato per identificare le industrie ad alta intensità di DPI è stato aggiornato per garantire che la selezione tenga conto dei recenti sviluppi. Inoltre, a integrazione dei dati relativi agli Stati membri dell’UE, nello studio sono stati inclusi l’Islanda, la Norvegia, il Regno Unito e la Svizzera.

 

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